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genitali. Quei baci di cui nessuno parla nelle poesie perché è difficile in italiano
trovare una parola che faccia rima con lingua. Quei baci vinosi di cui hai solo un
vago ricordo, né bello né brutto, evocativo come il ricordo di un anestesia locale.
Mentre perdevo altro tempo della mia vita fissando un telefono, il telefono
squillò. Sollevai la cornetta il più velocemente possibile, per impedire che seguitasse
a suonare trillando beffardo alla mia indecisione, alla mia mancanza di coraggio.
 Pronto. Lazzaro, sono Sabine...
 Vedi, Sabine, non vorrei che...
 Ti passo Ulli...
 Lazzaro, sono Ulli...
 Ciao Ulli, non vorrei che....  Prima che riuscissi a spiegare a Ulli cose che
neanch io avevo ancora esattamente capito, anche il citofono diede un segno di vita.
Quel suono goffo da citofono. più rozzo del trillo del telefono in quanto, forse,
nelle intenzioni di San Citofono è necessario imitare il suono grossolano del
batacchio di un portone.
Ulli stava rispondendomi  Guarda che non è il caso che...  quando il caso
volle che il citofono suonasse. Il cane cominciò ad abbaiare.
Mia madre annunciò:  Lazzaro, rispondi tu  e mia nonna, per entrare nella
jam session, iniziò a inveire dal suo presunto letto di morte:  Non si può proprio
stare in questa casa. Me ne torno in Trentino dove...
 Scusa Ulli, è il citofono.
 Ma che citofono. Sento benissimo che è un cane che abbaia.
 Sì, ma il cane abbaia perché ha suonato il citofono.  Il citofono chiamato
in causa si fece di nuovo sentire. Il cane abbaiò coprendo il suono e le rimostranze di
mia nonna. Ulli e io avevamo chiaramente dei problemi di incomunicabilità. Visto e
considerato che mi era impossibile, eticamente, prendere a calci il cane, esasperato,
riattaccai in faccia a Ulli. Ecco, ora avevo finalmente un motivo valido per scusarmi
con lei.
 Sì?  dissi ringhiando al citofono.
La voce giuliva di Antonello Caroli attore rispose:  Lazzaro posso salire...?
Ciononostante gli aprii la porta. Ero ancora in pigiama. I due pezzi erano
spaiati. Mia madre si ostinava a regalarmi pigiami con frequenza settimanale. Li
comprava al mercato di viale Papiniano convinta di fare un affare.
Possedevo pigiami che stipavo in cassetti per non rivederli più. Poi, quando
rientravo nel cuore della notte, pescavo a caso, abbinando giacca e pantaloni che, al
mattino allo specchio, per un uomo di gusto come me, apparivano ancora più irritanti
nella idro incompatibilità.
Il telefono squillò di nuovo. Probabilmente Ulli desiderava spiegazioni. O
forse, inviperita, desiderava avvelenarmi. Lasciai che la segreteria telefonica facesse
il suo dovere e mi precipitai alla porta prima che suonasse anche il campanello.
Caroli era lì, oblungo, al fianco di un tracagnotto che dimostrava una
quarantina d anni. Perfettamente sbarbato, pantaloni grigi, doppiopetto blu, una
camicia Oxford e una cravatta di una bellezza banale, come una modella per la
pubblicità di un dentifricio anticarie. Sul tutto un trench che lo infagottava.
Caroli, dal canto suo, esibiva un giaccone da marinaio e pantaloni di velluto a
coste di un blu da controllore d autobus. Erano entrambi più eleganti del mio
raffazzonato pigiama.
 Lazzaro, ti vorrei presentare Paolo.
 Piacere  dissi senza convinzione.
 Piacere  rispose Paolo con la stessa mancanza di convinzione.
L unico a sorridere era Caroli, ma stavolta il suo sorriso fanciullesco aveva un
che di innaturale.
 Lazzaro, forse non hai capito, ma questo è Paolo.
 E allora?
 Lazzaro, questo Paolo è quello che ha ucciso Lucy.
Paolo si imporporò.  Ehi, un momento, io non ho ucciso nessuno. Se sono
venuto qui è stato unicamente perché mi avevi chiesto di incontrarti, Ivan.
A quell  Ivan ricollegai gli eventi. Questo bel tomo in tenuta manageriale era
il responsabile della  Piaga d autunno di Caroli. Il probabile assassino di una
ragazza che aveva concluso un pomeriggio proletariamente romantico con un bagno
di sangue aristocratico come Caligola.
 Senta Lazzaro, io non la conosco, ma non sono venuto fin qui per farmi
insultare o addirittura coinvolgere nei vaneggiamenti di... un...
Lo ignorai e mi rivolsi a Caroli:  ... Un ricattatore. Antonello, ti prego, non
dirmi che hai deciso di risolvere la tua  Piaga d autunno tentando di ricattare questo
figlio di puttana.
Paolo era ormai violaceo.  Moderi i termini. Io ho una certa posizione...
 Orizzontale, se non chiudi il becco, e non mi lasci parlare con Antonello. 
Paolo fece per andarsene, ma riuscii a scaraventarlo in sala strattonandolo per il ba-
vero del trench.
 Antonello, dobbiamo parlare. Qui. Ora. Subito.  L espressione da cane
bastonato che gli era abituale sostituì definitivamente il finto sorriso di Caroli.
 D accordo Lazzaro, ma non davanti a lui. Lascialo uscire e ti spiego tutto.
 Col cavolo che lo lascio uscire. Se veramente lo hai ricattato ho una mezza
idea su chi ci abbia mandato i Babbi Natale e gli skater coi rasoi. Usciamo noi, qui
sul pianerottolo e lui, lo chiudiamo qui a chiave.  La situazione era decisamente
anomala: in casa c erano mia madre e mia nonna. Mia nonna non correva alcun
rischio. Non era una ragazzina come Lucy, era un vecchio mastino immortale.
Guardai Paolo.
 Ora ti chiudo qui dentro ed esco a parlare con Caroli. Se arriva mia madre
comportati bene: è una signora.  Chiusi a chiave la porta blindata sul suo
ammutolito rancore.
 E adesso convincimi che mi sono sbagliato.
 Non ti sei sbagliato. Ma non è stato proprio un ricatto. Un caso, piuttosto.
Ho incontrato Paolo qualche tempo fa all Open House e l ho riconosciuto immediata-
mente. Fa il produttore, sai, film per la tivù, situation comedy...
 Non divagare.
 Beh, per fartela breve, gli ho chiesto se c era una particina per me. Lui mi
ha riconosciuto e non mi ha offerto la parte...
 Lasciami indovinare: ti ha offerto dei soldi. Ha equivocato pensando che,
quando gli hai chiesto la parte, fosse solo un eufemismo per ricattarlo. Ti ha pro-
messo dei soldi e...
 Proprio così Lazzaro  Caroli si illuminò di nuovo  mi ha scambiato per
un ricattatore. Mi è piaciuto. Tantissimo. Io non lo stavo ricattando e lui mi ha
scambiato per un ricattatore. Una cosa da film, no? Non mi era mai successo. Mi ha
preso sul serio. Capisci, a me? Io l ho presa come se fosse una parte e ho insistito.
Sono stato bravo, sai.
 Bravissimo. Solo che quel porco avrà pensato che senza il cadavere di Lucy [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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