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poggiò la testa sulla spalla di Tomáa. Il terrore iniziale si dissolveva trasformandosi in tristezza.
Il terrore è uno shock, un istante di totale accecamento. Il terrore è privo di una qualsiasi traccia
di bellezza. Noi non vediamo che la luce violenta dell avvenimento sconosciuto che ci aspettiamo. La
tristezza presuppone invece che si sappia. Tomáa e Tereza sapevano quello che li aspettava. La luce del
terrore si era velata e il mondo era visto in una luminosità azzurrina e tenera che rendeva le cose più
belle di quanto non fossero prima.
Nell istante in cui Tereza aveva letto la lettera, non aveva sentito alcun amore per Tomáa,
sapeva soltanto che non avrebbe dovuto lasciarlo nemmeno un istante: il terrore aveva soffocato tutti
gli altri sentimenti, tutte le altre sensazioni. Adesso che gli stava stretta accanto (l aereo navigava tra le
nuvole), lo spavento era passato e lei sentiva il proprio amore e sapeva che era un amore senza confini
e senza misura.
Alla fine l aereo atterrò. Si alzarono e andarono verso la porta che lo steward aprì. Si tenevano
sempre abbracciati per la vita e si fermarono in cima alla scaletta. In basso videro tre uomini
incappucciati con i fucili in mano. Era inutile indugiare perché non c era via di scampo. Scesero
lentamente e quando poggiarono il piede sulla superficie della pista, uno degli uomini alzò il fucile e
prese la mira. Non si sentì alcuno sparo, ma Tereza ebbe la chiara sensazione che Tomáa, che ancora
un istante prima si stringeva a lei e le teneva il braccio attorno alla vita, stesse accasciandosi al suolo.
Lo strinse a sé ma non riuscì a sostenerlo: Tomáa cadde sull asfalto della pista di atterraggio.
Lei si chinò su di lui. Voleva gettarglisi sopra e coprirlo con il proprio corpo, ma in quell istante vide
qualcosa di straordinario: il corpo di Tomáa stava rimpicciolendo velocemente davanti ai suoi occhi.
Era così incredibile che lei impietrì e restò inchiodata al terreno. Il corpo di Tomáa diventava sempre
più piccolo, ormai non somigliava più a Tomáa, non restava altro che una cosina minuscola, e quella
cosa cominciò a muoversi, prese a correre e fuggì via sulla superficie dell aeroporto.
L uomo che aveva sparato si tolse il cappuccio e sorrise a Tereza con affabilità. Poi si voltò e si
lanciò dietro alla cosettina che correva qua e là come se fosse voluta sfuggire a qualcuno e cercasse
disperatamente un nascondiglio. La caccia andò avanti per un po , fino a quando l uomo non si gettò
improvvisamente a terra e l inseguimento si concluse.
L uomo si alzò e ritornò verso Tereza. Le portava quella cosa in mano. La cosa tremava di
paura. Era una lepre. La porse a Tereza. In quell istante lo spavento e la tristezza scomparvero e lui fu
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L insostenibile leggerezza dell essere - Milan Kundera
felice di tenere in braccio quella bestiola, felice che quella bestiola fosse sua, felice di poterla stringere
contro di sé. Scoppiò in lacrime dalla felicità. Piangeva, senza sosta, e le lacrime le impedivano di
vedere mentre riportava a casa il leprotto con la sensazione di essere ormai a un passo dalla meta, di
essere là dove voleva essere, là dove non si sfugge più.
Attraversò le strade di Praga e trovò facilmente la sua casa. Ci era vissuta con la madre e il
padre quando era piccola. Ma non c erano né la madre né il padre. Fu accolta da due vecchi che non
aveva mai visto prima, ma sapeva che erano il bisnonno e la bisnonna. Avevano entrambi le guance
rugose come la scorza di un albero e Tereza era contenta di poter abitare con loro. Ora però voleva
stare da sola con il suo animaletto. Trovò con sicurezza la sua camera dove aveva abitato dall età di
cinque anni, quando i genitori avevano deciso che meritava una stanza tutta per lei.
C erano un divano, un tavolinetto e una sedia. Sul tavolinetto c era una lampada accesa che
l aveva aspettata lì tutto quel tempo. Sulla lampada era posata una farfalla con le ali aperte sulle quali
erano disegnati due grandi occhi. Tereza sapeva di essere alla meta. Si sdraiò sul divano e strinse il
leprotto al viso.
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Era seduto al tavolo dove aveva l abitudine di leggere i suoi libri. Davanti aveva una busta
aperta con una lettera. Stava dicendo a Tereza:  Di tanto in tanto ricevo lettere delle quali non ti volevo
dir nulla. È mio figlio che mi scrive. Ho fatto di tutto per evitare che la mia e la sua vita venissero a
contatto. E guarda che vendetta mi ha preparato il destino! Sono già alcuni anni che è stato espulso
dall università. Fa l autista di trattori in un villaggio. È vero, la mia e la sua vita non si toccano, ma
corrono una accanto all altra nella stessa direzione come due parallele .
 Perché non mi volevi parlare di quelle lettere? disse Tereza, sentendo dentro di sé un grande
sollievo.
 Non so. Mi dava un po fastidio .
 Ti scrive spesso? .
 Ogni tanto .
 Di che? .
 Di se stesso .
 È interessante? .
 Sì. La madre, lo sai, era una comunista accanita. È molto che ha rotto con lei. Si è legato a
gente che si è trovata nella nostra stessa situazione. Avevano tentato una qualche attività politica.
Alcuni di loro oggi sono in carcere. Ma ha rotto anche con loro. Ne parla con distacco, li chiama
"eterni rivoluzionari" .
 Ma non si sarà mica riconciliato con questo regime? .
 No, macché. Crede in Dio e pensa che in ciò sia la chiave di tutto. Dice che dobbiamo vivere
tutti la nostra vita di ogni giorno secondo le regole dare dalla religione, senza curarci dei regimi. I
regimi devono essere ignorati. Dice che se crediamo in Dio possiamo costruire, in qualsiasi condizione,
mediante il nostro agire, quello che lui chiama "il Regno di Dio sulla terra". Mi spiega che nel nostro
paese la Chiesa è l'unica libera comunità di persone che sfugga al controllo dello Stato. Mi chiedo se
lui è nella Chiesa per meglio resistere al regime o perché crede davvero in Dio .
 E allora chiediglielo! .
Tomáa continuò:  Ho sempre ammirato i credenti. Pensavo che avessero lo strano dono di una
percezione soprasensoriale che a me era negata. Qualcosa come i veggenti. Adesso però vedo con mio
figlio che in fondo credere è molto facile. Quando si è trovato in difficoltà, i cattolici si sono presi cura
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L insostenibile leggerezza dell essere - Milan Kundera
di lui e così all improvviso è arrivata la fede. Forse ha deciso di credere per riconoscenza. Le decisioni
umane sono di una terribile semplicità .
 Tu alle sue lettere non hai mai risposto? .
 Non mi ha dato l indirizzo .
Ma poi aggiunse:  Naturalmente sul timbro postale c è il nome del posto. Basterebbe spedire la
lettera all indirizzo della cooperativa locale .
Tereza si vergognava davanti a Tomáa dei propri sospetti e volle riparare alla colpa con un
improvviso slancio di generosità verso suo figlio:  E allora perché non gli scrivi? Perché non lo
inviti? .
 Mi somiglia disse Tomáa.  Quando parla storce il labbro superiore nel mio stesso identico [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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